Plastic tax: normativa italiana ed europea
La plastic tax avrebbe dovuto entrare in vigore nella seconda metà del 2020, ma l’emergenza Covid-19 ha convinto il Governo a disporre una proroga.
La norma italiana prevede un prelievo di 0,45 euro per chilogrammo di plastica contenuta nei manufatti con singolo impiego (Macsi).
I soggetti tenuti a pagare questa imposta sono:
- produttori di Macsi sul territorio nazionale;
- soggetti che acquistano i Macsi o li cedono nel caso in cui i prodotti provenienti da un Paese UE siano acquistati da un consumatore privato;
- importatori di prodotti Macsi da Paesi terzi.
Ma oltre a mancare ancora il decreto attuativo del Ministero dell’Economia, si rischia la sovrapposizione con le previsioni europee:
- direttiva europea single use plastic, da recepire entro il 2021, che mette al bando diversi prodotti monouso e punta a ridurre l’utilizzo degli altri;
- il Consiglio europeo straordinario che sta lavorando all’applicazione di un contributo nazionale pari a 0,80 euro per chilogrammo da calcolare sul peso dei rifiuti di imballaggi in plastica non riciclata.
Plastic tax: pagheranno anche i grossisti?
Fatte queste premesse, ministero e Dogane stanno lavorando ad una nuova norma che entrerà nella Legge di Bilancio 2021, da approvare entro la fine del 2020, o nel decreto fiscale collegato. Considerando che in parallelo il Governo sta lavorando ai progetti per l’accesso al Recovery Fund europeo e la riforma fiscale sarà uno dei pilastri.
Il Governo a questo punto ha tre obbiettivi:
- armonizzare l’imposta con la normativa europea, in modo da scongiurare la doppia tassazione (italiana ed europea);
- individuazione precisa dei prodotti su cui applicarla;
- semplificazione delle procedure collegate.