Una multa non pagata, un bollo auto da tempo scaduto, una irregolarità nel pagamento delle tasse: i motivi per cui ci si può veder recapitare una cartella esattoriale da Equitalia sono molteplici. Come reagire all’arrivo della busta indesiderata?
Una prima soluzione è senz’altro pagare quanto richiesto in un’unica soluzione o avvalendosi della possibilità di rateizzare, rivolgendosi direttamente ali uffici locali di Equitalia (delle diverse modalità di pagamento ne abbiamo già parlato nell’articolo Equitalia 2017: tutte le ultime novità ). Se qualcosa però non torna nelle somme chieste o nei conteggi della cartella, conviene controllare che tutto sia regolare, per valutare l’opportunità di una impugnazione.
Cartella esattoriale da Equitalia: i vizi della notifica
La legge impone che la comunicazione della cartella di Equitalia avvenga secondo formalità precise, ad opera di soggetti a ciò espressamente autorizzati, come gli ufficiali giudiziari e Poste Italiane, nel caso di notifica con raccomandata a/r. La correttezza della notifica è quindi la prima cosa da verificare quando si riceva una cartella esattoriale. In particolare fai attenzione a questi aspetti:
- se la cartella viene consegnata da Nexive: segnale di allarme immediato. La cartella esattoriale può essere correttamente notificata per posta solo e soltanto da Poste Italiane, non da Nexive né da altri. Qualsiasi altro postino rende la cartella annullabile per inesistenza della notifica (se vuoi saperne di più trovi i casi trattati nell’articolo “Nullità cartelle Equitalia se spedite via posta privata“);
- se la relata di notifica è illeggibile o incompleta: nella cartella esattoriale consegnata a mani c’è una relata di notifica, ovvero una dicitura che riporta i dati del destinatario e di chi consegna. Questa dicitura deve essere completa e facilmente leggibile. Dalla relata si deve insomma capire bene chi consegna, a chi, in che data e cosa, altrimenti la cartella può essere contestata;
- se la cartella esattoriale non ti è mai arrivata: capita di vedersi recapitare atti di intimazione o addirittura misure esecutive, come comunicazioni di pignoramenti o di fermi amministrativi, senza aver mai ricevuto la cartella esattoriale relative alle somme pretese. A volte capita perfino di venire a conoscenza delle pretese da Equitalia del tutto casualmente. In tutti questi casi deve essere Equitalia a dimostrare di aver effettivamente notificato la cartella in questione e di averla notificata correttamente: in questo senso si è espressa la Cassazione, con la sentenza 19704/2015. Se non ci riesce, di nuovo siamo di fronte ad un caso di nullità della stessa.
Insomma, se qualcosa non va nella notifica, ecco che c’è un ottimo motivo per contestare ed impugnare la cartella.
Se la cartella esattoriale è sbagliata
Un altro motivo di impugnazione delle cartelle di Equitalia può essere dato dall’errore nelle pretesa, che si ha quando:
- le somme sono errate: per un conteggio sbagliato o anche per una formulazione sbagliata. La giurisprudenza ha chiarito che è illegittima la cartella in cui le somme siano riportate in maniera non analitica, con modalità che non consentono al contribuente di individuare l’origine del debito e gli importi delle voci accessorie (spese, interessi, ecc.);
- la somma non è dovuta: ciò può avvenire per i motivi più vari, ad esempio perché si è già provveduto tempestivamente a pagare una multa che poi ci viene richiesta con cartella. O magari la multa stessa non è mai stata notificata. O, ancora, ci viene chiesta una tassazione che era già stata sgravata dall’Agenzia delle Entrate.
- il debito è prescritto: in questo caso è necessario verificare da cosa dipende la cartella (ad esempio mancato versamento dell’IVA o di contribuzione INPS) per capire quale termine di prescrizione si applica nel caso concreto.
Come impugnare la cartella esattoriale nulla
Hai controllato la tua cartella esattoriale e hai verificato che presenta uno dei vizi che ho descritto, che fare adesso? Per conoscere i termini, i mezzi e l’autorità a cui rivolgerti per impugnare la cartella di Equitalia ti basta leggere con attenzione la cartella stessa, che deve riportare tutti le indicazioni necessarie a permetterne la contestazione, giudiziale o stragiudiziale. Di solito queste informazioni sono riportate dopo le tabelle di conteggio del debito.
In linea di massima, comunque, si può contestare una cartella nei seguenti modi:
- con l’annullamento in autotutela: è una misura stragiudiziale, che non richiede l’intervento di un giudice e che può essere fatta senza l’ausilio di un avvocato. Si redige una comunicazione in cui si espongono i motivi per cui la cartella è illegittima, si allega eventualmente la documentazione che lo dimostra e si chiede che venga annullata per evitare i costi di una impugnazione giudiziale. La comunicazione va spedita con raccomandata a/r o PEC ed inviata per sicurezza sia ad Equitalia che all’ente creditore (ad esempio, il Comune);
- con la richiesta di sospensione dell’escuzione: è un’altra modalità stragiudiziale, prevista per legge ed utilizzabile soltanto in casi specifici, come ad esempio quando la somma oggetto della cartella è già stata pagata. Sul sito di Equitalia sono riportate le istruzioni per presentarla ed ha il vantaggio che, in alcuni casi, la mancata risposta da parte dell’ente creditore, a cui viene trasmesso il tutto, determina il venire meno del debito. Per sapere come e quando presentarla puoi leggere “Equitalia: più difficile la sospensione dell’esecuzione“.
- con l’impugnazione giudiziale: da presentarsi entro 60 giorni dalla notifica, davanti all’autorità competente, che di solito è il Giudice di Pace o la Commissione Tributaria Provinciale, a seconda dell’oggetto della cartella. Questa, tra le tre riportate, è l’unico mezzo di contestazione che interrompe i termini, per cui la cartella non diventa un atto definitivo fino a che il procedimento di impugnazione non è concluso.
Attenzione quindi: con l’annullamento in autotutela e con la richiesta di sospensione si corre il rischio di perdere l’opportunità di impugnare in giudizio la cartella. Ad esempio: se la risposta negativa alla nostra richiesta di annullamento in autotutela giunge oltre il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella, ci troveremo a non aver raggiunto lo scopo e a non poter più impugnare in giudizio l’atto.
Conviene quindi agire sempre tempestivamente, eventualmente ponendo in atto sia le misure stragiudiziali che l’impugnazione davanti al giudice.
vincenzo
buonasera ho ricevuto da pochi giorni una cartella esattoriale, leggendo ho scoperto che,questi debiti risalgono al 2000 come possibile chiedere dopo 17 anni le somme indicate.
Rozeta Lami
Buonsera
Vorrei far visionare delle cartelle esattoriali che mi sono pervenute. Penso che non siano corrette in quanto certe penso di averle pagate.
Vorrei farle visionare per capire che cosa si può togliere ed identificare eventuali errori.
Se mi può dare un suo contatto avrei il piacere di chiamarle per poter chiarire meglio la mia situazione.
Cordialmente