E’ proprio il caso di dirlo: la crisi aguzza l’ingegno e le monete alternative ne sono un caso lampante. Di che cosa si tratta?
Wikipedia ci viene in aiuto: “per moneta alternativa si intende una qualsiasi forma di moneta legata alla misura, allo scambio e all’accumulo di forme di valore che non rientrano all’interno del sistema economico presente in un dato territorio. Il suo utilizzo è finalizzato a favorire il benessere sociale soprattutto nei periodi di crisi economiche-finanziarie in cui gli individui perdono potere d’acquisto a causa dell’aumento spropositato dei prezzi dei beni (iperinflazione). La sua utilità necessita la fiducia reciproca di coloro che la scambiano, dato che tale moneta non ha corso legale ed è accettata su base volontaria”.
Non si tratta di vera e propria moneta ma di una sorta di unità di misura per lo scambio di merci e servizi.
Appare subito evidente che un sistema basato su una moneta alternativa può funzionare solo se sono in molti ad aderire e ad utilizzarlo. Altrimenti sarà un fallimento, poiché se io dovessi accettare una moneta alternativa e poi con questa non riuscissi ad acquistare nulla, ovviamente la rifiuterò (è un mio diritto) alla vendita successiva.
In Italia esistono diverse realtà che propongono a consumatori finali e commercianti la possibilità di utilizzare una moneta alternativa a fronte di uno sconto sul prezzo del bene o del servizio. In sostanza si offre l’opportunità di fare acquisti scontati coprendo il 20-30% con dei buoni che il commerciante potrà utilizzare a sua volta quando compra qualcosa.
Fiducia, diffusione, rete: sono sicuramte le tre parole d’ordine affinché questi progetti abbiano successo e funzionino. Il web quindi, in questo come in tanti altri casi, diventa il veicolo per promuovere le associazioni e costruire il consenso attorno all’iniziativa.
Ma perché si decide di introdurre una moneta alternativa?
Per risparmiare e per promuovere le attività commerciali locali. Proprio come succede a Roma con gli SCEC (Solidarietà ChE Cammina) dell’Associazione Arcipelago SCEC, che ne gestisce la distribuzione e i “conti correnti”. Gli SCEC sono buoni sconto del 20% circa, possono avere la forma di un foglio di carta (la chiamano cartonota) o di un QR code sullo smartphone e vengono accettati da una serie di esercizi commerciali, ma anche da medici e professionisti in generale.
Ovviamente non tutti credono nella validità e nella sostenibilità economica delle monete alternative, troppo difficili da far adottare su larga scala.
E voi? Cosa ne pensate?
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