Prendo spunto da una provocazione scritta da Antonio Lupetti qualche giorno fa su Facebook; secondo il noto blogger l’efficacia di scrivere su un Blog rispetto ai più diffusi Social Media si sta riducendo: “Torno a pensare che di un Blog forse non c’è più bisogno. Che il grosso delle interazioni ormai avviene solo sui social media. Se volessi scrivere un articolo penso che potrei pubblicarlo su Facebook e Google+ e raggiungere un pubblico maggiore rispetto a quello del Blog. Le persone trovano più semplice e immediato condividere ciò che leggono direttamente sui social. E’ un dato di fatto. L’ho provato e in passato ha funzionato.”
Il ragionamento, dal punto di vista della visibilità e interazione con chi ci segue ha una sua logica, infatti, sempre su Facebook, ne è nata una discussione accesa che mi ha fatto riflettere.
I Social Network offrono una visibilità immediata e semplice, anche per i meno tecnologici postare un articolo, inserire una fotografia ed aprire un’utenza è molto semplice. Anche avere un “seguito”, almeno inizialmente, lo è; con la possibilità di accumulare seguito tra amici, parenti, colleghi e amici degli amici. E’ facile ottenere centinaia o addirittura migliaia di “seguaci”.
Facebook è gratuito e tendenzialmente gli utenti sono molto propensi a commentare e discutere. Con un Blog avviene meno, anche a parità di visualizzazioni.
Altri aspetti negativi si aggiungono nella scelta di aprire un proprio Blog; innanzitutto se lo si vuole con un dominio che ci rappresenti e farlo in maniera più professionale, ha un costo di hosting. In aggiunta, per quelli che non sono in grado di farselo, di realizzare grafica e installazione di un software come WordPress, che anche se open source, non è propriamente semplice
A mio parere il Blog batte Facebook 6 a 0 per questi motivi:
- La possibilità di essere trovati dai motori di ricerca. Insieme alla mail sono ancora i motori di ricerca come Google a costituire la colonna portante dell’organizzazione del complesso World Wide Web.
- I Feed Rss, che possono essere letti e distribuiti, sempre attuali, anche nell’era del Mobile.
- Banner pubblicitari e grafica completamente organizzata secondo la vostra esigenza editoriale, con la possibilità di inserire anche prodotti acquistabili e senza interferenze da parte di nessuno che voi non vogliate.
- Gli articoli che andrete ad inserire avranno una “vita lunga”, con Facebook non può succedere, perché la piattaforma premia l’attualità rispetto la qualità.
- La piattaforma non è vostra. Facebook o altri Social oggi ci sono e sono floridi, domani possono accadere situazioni in cui un cambio di politiche aziendali, cessioni o fallimenti possono mettere il vostro investimento in crisi o terminarlo.
- Possibilità di condividere su TUTTI i Social Media la stessa pubblicazione.
Ai sopra elencati motivi ne aggiungo uno che ho trovato casualmente oggi mentre scrivevo questo articolo. Jonathan Rick, esperto di Social Media e Blogger americano ha raccontato in un post del suo Blog cosa è avvenuto dopo aver avuto la fortunata occasione di postare un’articolo sul celebre e prestigioso Mashable.com (in USA non è difficile fare i soldi con il Blog): “Da parte mia, il guest-blogging ha portato a una serie di opportunità. I frutti del mio primo articolo per Mashable, pubblicato nel mese di agosto mi ha portato nei giorni successivi ad avere: due nuovi clienti, 100 nuovi follower di Twitter, 2000 pagine viste nel mio Blog, un invito a parlare ad una conferenza, due richieste di appuntamento, una richiesta di contatto da parte di una agenzia di PR, tre ripubblicazioni da parte di siti e blog autorevoli”.
I Social Media non fanno beneficenza, il fattore che più di tutti può essere definito l'”asset” principale di un social network, l’elemento che ne determina successi e fallimenti, è il numero di utenti che lo utilizzano. Un mantra che si legge spesso negli articoli più critici verso questi network di condivisione e socializzazione recita: “se non paghi per utilizzarlo, significa che il prodotto sei tu”, come non essere d’accordo.
Usarli cercando di non farsi usare è la vera sfida.
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