Cosa sono le banche di investimento?
Innanzitutto diamo una definizione di banche di investimento: si tratta di un istituto che non permette depositi, ma che gestisce i patrimoni delle società e le grandi ricchezze dei privati, oltre a offrire dei servizi di consulenza. Secondo le rivelazioni del Financial Times il divario tra le banche di investimento europee e americane, che già lo scorso anno fece impallidire gli esperti europei del settore, si è allargato ancora ed è anzi destinato a crescere sempre di più.
Banche di investimento: i risultati del 2015
I dati parlano chiaro: le banche di investimento americane producono più del doppio delle cinque più importanti banche europee. Il giro di affari delle banche di investimento americane nel 2015 è infatti stato pari a 138,5 miliari di dollari, mentre quello delle banche europee è stato pari a 60,1 miliardi negli stessi dodici mesi.
Tolte le tasse, i profitti per le banche USA, si aggirano intorno ai 33,5 miliardi di dollari, rispetto ai 4,2 miliardi raccolte dalle banche di investimento del vecchio continente.
Una sconfitta evidente che trova riscontri anche nei dati delle singole banche di investimento, che mentre in Europa continuano a perdere guadagni a una velocità preoccupante, negli Stati Uniti tengono in qualche modo botta alle trasformazioni del mercato. Il fatturato delle divisioni di titoli e investment banking di Bnp Paribas, Credit Suisse, Ubs, Deutsche Bank ha registrato infatti un calo dell’8% nel 2015, mentre le stesso, nelle divisioni delle concorrenti americane Citigroup, Morgan Stanley, JMorgan, Bank of America e Goldman Sachs è calato appena dello 0,8%.
Come spiegare questo clamoroso confronto?
Brad Hinz, docente di Managing Financial Businesses alla Stern School della New York University scrive che questi dati confermano il crescente dominio delle banche di investimento americane nel mondo, dato che occupano i posti più alti delle classifiche per le spese di investment banking in Europa, ma anche in Africa e Medio Oriente.
Il successo delle banche americane è determinato dalla maggiore flessibilità e capacità di adeguamento ai cambiamenti avvenuti in questo settore, riuscendo però a non snaturarsi del tutto. Esemplare il confronto con le realtà della tedesca Deutsche Bank, rimasta attaccata al trading obbligazionario senza la minima apertura alle novità intervenute e dell’inglese Barclays che, invece, ha rivoluzionato completamente il proprio assetto. Discorso a parte poi il confronto con Credit Suisse, i cui movimenti sono stati enormemente limitati dalle regole patrimoniali attive nel territorio svizzero.
Altro elemento da tenere in considerazione e che viene evidenziato dagli analisti e dagli esperti del settore è il fatto che le banche statunitensi sono state favorite dalle ottimali condizioni di mercato del 2015 (ma in generale degli ultimissimi anni) che hanno dato nuovo avvio all’economia americana, mentre in Europa ci si è dovuti misurare con la stagnazione del mercato.
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