Il caso Banca Etruria
Alla fine la mossa che da qualche mese si paventava è stata fatta e tutti i vertici coinvolti sono stati chiamati a rispondere dei danni. Sono trentacinque – tra ex amministratori e sindaci che dal 2010 si sono succeduti ai vertici dell’istituto bancario – le persone coinvolte e chiamate a pagare circa 8,5 milioni di euro a testa per un totale di 288 milioni.
Le motivazioni presentate dal commissario Santoni toccano tutti i temi già al centro dei vari filoni di inchiesta della procura di Arezzo che, guidata dal GUP Anna Maria Loprete, sta indagando sulla possibilità che vi sia stata truffa ai danni dei consumatori e che vi sia stato conflitto di interessi.
Le accuse sono le più disparate e si passa da Erogazione e gestione di finanziamenti e mutui anche in conflitto di interessi a depauperamento del patrimonio sociale e ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia.
È impensabile ipotizzare che il giudice dell’udienza preliminare di Arezzo stabilisca un risarcimento diretto delle vittime da parte degli imputati, qualora considerati colpevoli, tenendo conto dell’entità delle cifre e del numero degli enti costituitisi parte civile (tra i quali vi sono Banca Italia, First Cisl, decine di risparmiatori e azionisti).
Dettaglio non da poco è quello riguardante la responsabilità in solido dei dirigenti. Ciò significa che ognuno dovrà pagare anche per chi non riuscisse a farlo.
Banca Etruria: i dirigenti si dichiarano nullatenenti
Proprio alla luce della prevedibilità di questa decisione assume una nuova rilevanza una notizia di pochi giorni fa, passata senza clamori, ma che sicuramente getta un’ulteriore ombra sui vari dirigenti coinvolti.
Secondo quanto emerso da una copia delle misure camerali e catastali degli interessati, i dirigenti della Banca risulterebbero essere nullatenenti. Una beffa che, se non rappresenta un danno per le vittime costituitesi parte civile in processo, permette agli ex dirigenti di uscire indenni dall’azione del commissario liquidatore. E nasconde, neanche troppo bene, una probabile corsa al “liberarsi dei beni” da parte degli imputati, i quali giocando d’anticipo sulle possibili decisioni del liquidatore si sono fatti trovare nullatenenti.
In ogni caso si tratta senza dubbio di una vicenda su cui è necessario cercare di fare ulteriore luce, come chiede l’Associazione Vittime del Salva-banche, in attesa delle decisioni della Giustizia. Restiamo in attesa del 17 aprile, data in cui il commissario si esprimerà .
Elenco banche a rischio in Italia
Non sei tra i clienti di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara e Cari Chieti? Bene, ma non ti conviene dormire sonni tanto tranquilli. Questo scandalo ha portato alla luce una situazione bancaria pericolosa spostando la lente di ingrandimento su tutti gli altri istituti italiani. Ne è emerso un quadro poco piacevole dove vengono bocciate 9 banche su 25.
L’Europa resta a guardare?
La BCE, temendo che potesse verificarsi una situazione analoga anche al di fuori del Belpaese, ha messo sotto sorveglianza 129 istituti di cui 15 italiani. Il motivo di tale “bocciatura”? Queste banche non dimostrano stabilità e devono essere monitorare per evitare eventuali deafult.
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