Nel mese di settembre Governo e sindacati hanno siglato un verbale d’intesa per l’introduzione di una serie di novità sulle pensioni. L’accordo fa riferimento sia a misure che verranno introdotte con la prossima legge di Bilancio, sia a misure strutturali, pensate per ridurre le diseguaglianze tra diverse categorie di lavoratori.
Ora queste misure sono state formalizzate nel testo della manovra 2017 presentato dal Governo. Vediamo insieme i provvedimenti in arrivo.
Novità pensioni: quattordicesima e no tax area
Tra le misure immediate ci sono:
- l’aumento della quattordicesima, che riguarda chi percepisce una pensione fino a 1.000 euro mensili
- l’estensione della no tax area fino a 8.125 euro.
Chi già percepisce la quattordicesima riscuoterà un assegno più alto di circa il 30%, mentre a chi ha una pensione compresa tra 750 e 1.000 euro al mese sarà riconosciuta una quattordicesima che può arrivare fino a 500 euro.
Aumenta anche il livello della no tax area, che viene portata a 8.125 euro annui. In questo modo i pensionati vengono equiparati ai lavoratori dipendenti.
Novità pensioni: quattordicesima per tutte le pensioni fino a 1.000 euro
La novità che riguarderà più persone è quella relativa alla quattordicesima che aumenta di importo – fino a 650 euro l’anno – e sarà erogata a un numero più alto di pensionati.
A partire dal prossimo mese di luglio, infatti, riscuoteranno la quattordicesima tutti coloro che percepiscono una pensione inferiore a 1.000 euro mensili, cioè fino al doppio della pensione minima. Finora invece l’assegno della quattordicesima era riconosciuto ai pensionati che avevano una pensione mensile pari al massimo a una volta e mezzo la pensione minima. In totale, sale a 3,3 milioni il numero di pensionati che ne avranno diritto.
Novità pensioni: APE, lavori usuranti e lavoratori precoci
L’intesa trovata tra il Governo e i sindacati include anche altre misure strutturali, introdotte per rendere più flessibile l’uscita dal mercato del lavoro e per favorire il pensionamento dei lavoratori che si trovano in particolari condizioni.
La prima misura che è stata discussa tra i rappresentanti del governo e i vertici sindacali è stato l’anticipo pensionistico, il cosiddetto APE. La novità sarà introdotta in via sperimentale per i prossimi 2 anni e permetterà ai lavoratori con almeno 63 anni di età a cui mancano meno di 3 anni e 7 mesi al pensionamento di andare in pensione anticipatamente ricorrendo a un prestito pensionistico ad hoc.
L’APE sarà disponibile anche per i lavoratori delle fasce più deboli che potranno beneficiare di condizioni di vantaggio. La cosiddetta APE social potrà essere richiesta da chi ha una pensione lorda inferiore a 1.500 euro e rientra in una delle categorie individuate dal Governo:
- disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili o invalidi, lavoratori con disabili a carico;
- persone che hanno svolto lavori usuranti, tra cui edili, macchinisti, infermieri e insegnanti di scuola primaria.
Chi rientra nella prima categoria può andare anticipatamente in pensione se ha già maturato almeno 30 anni di contributi, mentre i lavoratori della seconda categoria devono aver maturato almeno 36 anni di contributi. Chi rientra nell’APE social può andare in pensione in anticipo senza sostenere alcun costo: sarà lo Stato a farsi carico del rimborso del prestito pensionistico. A meno che non si superi il requisito del reddito: in questo caso la percentuale di trattenuta prevista dall’APE viene applicata sulla quota eccedente ai 1.500 euro lordi.
Le novità danno la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro anche ai cosiddetti lavoratori precoci (coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni) e a chi ha svolto lavori usuranti (per un periodo di almeno 7 anni durante gli ultimi 10 anni di lavoro).
Ai lavoratori precoci sarà permesso andare in pensione senza penalizzazioni in caso di pensionamento prima dei 62 anni o con 41 anni di contributi se si trovano in una condizione di necessità (disoccupazione senza ammortizzatori sociali, disabilità , svolgimento di attività gravose). A chi ha svolto lavori usuranti sarà concessa la possibilità di andare in pensione 12 o 18 mesi prima rispetto ai limiti attuali.
Novità pensioni: cumulo gratuito dei contributi
Un’ulteriore novità inserita nel “pacchetto pensioni” della manovra 2017 è quella relativa al cumulo gratuito dei contributi versati a gestioni diverse. Il provvedimento permetterà la ricongiunzione degli anni di lavoro riferiti a tutte le gestioni INPS, compreso il riscatto degli anni di laurea, ma non coinvolgerà le casse private.
In questo modo sarà più semplice valorizzare le carriere discontinue, sia ai fini della pensione anticipata che della pensione di vecchiaia.
7 miliardi in 3 anni per finanziare le novità sulle pensioni
La manovra illustrata dal presidente del consiglio Renzi prevede la destinazione alla riforma delle pensioni di 7 miliardi nel triennio 2017-2019. Questa cifra supera l’iniziale previsione fatta dal ministro del lavoro Poletti, che aveva anticipato la volontà del governo di stanziare 6 miliardi di euro in 3 anni per finanziare tutte le misure adottate per la riforma delle pensioni.
La distribuzione delle risorse non sarà identica per tutti gli anni ma seguirà un andamento crescente. Nel 2017 verranno utilizzati 1,9 miliardi, nel 2018 le risorse destinate alle pensioni ammonteranno a 2,5 miliardi, mentre nel 2019 questa somma salirà a 2,6 miliardi di euro.
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