La notizia cattiva è che siamo un popolo di spreconi, quella buona è che esistono app per risparmiare, riciclare, riusare e se sei proprio bravo, anche a guadagnare.
Se pensiamo solo allo spreco alimentare domestico, si stima che almeno 8 miliardi di euro finiscano letteralmente nella spazzatura, così si evince dal rapporto Waste Watcher 2014. Pane, latte, formaggi, carne: tonnellate di cibo scaduto, che si gettano via, spesso a malincuore.
E ciò non ci fa proprio onore.
Eppure, la combinazione di questi 3 fattori, maggiore sensibilità verso i temi legati alla sostenibilità, orientamento ai consumi più smart e consapevole e l’affermarsi della sharing economy hanno creato terreno fertile per lo sviluppo di app utili per ridistribuire le risorse all’interno della comunità locale in cui viviamo.
Come ridurre gli sprechi di cibo
Tra le app sostenibili e anti spreco alimentare, la meneghina, Breading recupera il cibo che non viene consumato e lo dona alle associazioni, che attraverso il servizio di geolocalizzazione sanno quali esercizi commerciali hanno messo a disposizione le eccedenze alimentari, prenotano e ritirano la merce all’orario stabilito.
Expolis è dello stesso avviso, anch’essa nata a Milano da un progetto della Ronda della Carità Onlus di Milano che mette in contatto le persone, senza tetto e senza dimora e panettieri. Il network di volontari sta alla base di questo progetto. Infatti sono loro che recuperano il pane e lo portano alle persone che ne hanno bisogno.
Lastminute Sottocasa nasce a Torino con l’ obiettivo di evitare gli sprechi, non solo di cibo ma anche di denaro, aiutando i negozianti a mettere in vendita a prezzi più vantaggiosi la merce in scadenza, che potrebbe rischiare di rimanere invenduta sugli scaffali. Portafoglio e ambiente ringraziano.
Anche MyFoody combatterà gli scarti in un modo molto simile: il progetto, sviluppato dalla startup Anagramma, avviata da 4 giovani milanesi, metterà in vendita gli alimenti prossimi alla scadenza a prezzi scontati.
Dietro alla app, Ratatouille, c’è un team di quattro ragazzi veneti Giorgia, Elena, Matteo, Luca che hanno realizzato una piattaforma che permette non solo di scambiare cibo ma anche di venderlo all’interno del network. L’utente, grazie ad un frigo virtuale, mostra di quali alimenti dispone e così avviene lo scambio o la compravendita. Una applicazione che a detta di Elena potrebbe essere molto utile per gli studenti universitari che vivono nei campus o condividono la vita in condominio.
Come riutilizzare oggetti che non usiamo più
NextDoor Help nasce come servizio di item-sharing e si inserisce perfettamente nel quadro della sharing economy. L’iniziativa si rivolge ai comuni, ma anche alle aziende private.
E sulla scia della condivisione, arriva anche la app Pick My Book, nata da una ragazza dicianovenne torinese. Il sito e la piattaforma rendono più facile l’acquisto dei libri di seconda mano. Decisamente non male, se pensiamo ai libri scolastici intonsi che conserviamo nelle librerie.
Come guadagnare facendo la spesa
Con T-Frutta, l’app emiliana creata da Ubiq, spinoff dell’Università di Parma, l’utente sceglie i prodotti in promozione delle aziende, che hanno aderito all’iniziativa, poi una volta acquistati, scattano una foto dello scontrino dal quale la app rileverà lo sconto dei prodotti, che verrà trasformato in credito.
Un risparmio, un guadagno?
Tra i consigli della nonna ricorderai sicuramente “Un risparmio non è mai un guadagno”. Eppure oggi, il paradigma del risparmio si rovescia e possiamo proprio dirlo: ogni risparmio è fonte di guadagno.
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