Spesometro trimestrale: cos’è
Lo spesometro trimestrale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2017, non è altro che una versione dello spesometro che contempla quattro comunicazioni all’anno anziché una sola, com’è sempre avvenuta negli scorsi anni.
Lo spesometro è la comunicazione dei dati rilevanti ai fini IVA e consiste nella compilazione di un modello telematico con l’indicazione dettagliata di fatture emesse e ricevute (importi, codici fiscali o partite IVA di clienti e fornitori, data e numerazione dei documenti.
Con lo spesometro trimestrale la comunicazione andrà fatta appunto ogni tre mesi:
- entro il 31 maggio per i dati del trimestre gennaio-febbraio-marzo;
- entro il 31 agosto per i dati del trimestre aprile-maggio-giugno;
- entro il 30 novembre per i dati del trimestre luglio-agosto-settembre;
- entro il 28 febbraio dell’anno successivo per i dati del trimestre ottobre-novembre-dicembre.
L’intento del legislatore, come vedremo in seguito, è quello di contrastare la lotta all’evasione perpetrata tramite l’emissione di fatture false, di doppie fatture e altri meccanismi simili atti ad accrescere l’IVA a credito nei confronti del Fisco a a ridurre quella a debito.
Spesometro trimestrale: il parere del CNDCEC (commercialisti)
I commercialisti però non ci stanno e attraverso il loro massimo organo rappresentativo, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), dichiarano:
“Condividiamo la necessità di contrastare il fenomeno dell’evasione e delle frodi nel settore dell’IVA, anche attraverso l’anticipazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma esprimiamo la nostra ferma e forte contrarietà all’introduzione dello spesometro trimestrale”.
A parlare Gerardo Longobardi, presidente del CNDCEC, nel corso di un’audizione Parlamentare:
“Le esigenze di anticipazione dei controlli sono già soddisfatte dal nuovo obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA, da effettuarsi con cadenza trimestrale, che permetterà un riscontro più veloce della correttezza e della tempestività dei versamenti e delle compensazioni effettuate dai contribuenti, senza obbligare l’intera platea dei cinque milioni di soggetti titolari di partita IVA ad una comunicazione analitica, ogni trimestre, dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute che costituirebbe un obbligo oltremodo sovradimensionato rispetto alle pur legittime finalità di controllo e di contrasto all’evasione”.
L’altra novità del 2017 in materia di IVA, infatti, riguarda il nuovo obbligo di comunicazione trimestrale delle liquidazioni IVA (cioè del saldo tra IVA a debito e IVA a credito al fine di controllare gli effettivi versamenti in tempo quasi reale e non dopo un anno come avvien oggi).
Spesometro trimestrale: le dichiarazioni di Rossella Orlandi
Alle richieste del CNDCEC, risponde Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Orlandi, in audizione Parlamentare, ricorda che relativamente al 2014, l’IVA dichiarata e mai versata ammonta a ben 8 miliardi di euro, e afferma che l’acquisizione periodica dei dati rilevanti ai fini IVA può effettivamente contrastare un’evasione di tale portata. Evasione peraltro in continua crescita, dal momento che nel 2010 ammontava a 6,9 miliardi contro gli 8 del 2014.
Orlandi dichiara che lo spesometro trimestrale a suo avviso non crea un onere particolarmente pesante, anzi nel medio termine potrebbe semplificare gli adempimenti, ovviamente se accompagnato dall’eliminazione di altri flussi di comunicazione. E su quest’ultimo punto Fisco e commercialisti concordano: si chiedono al Governo maggiori semplificazioni per professionisti ed imprese.
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