aumento prezzi benzina Le notizie che leggiamo negli ultimi giorni sembrano proprio confermare quanto anticipato: senza un'adeguata manovra attuativa è previsto un aumento dei prezzi della benzina nel biennio 2017/2018 come specificato nella Legge Finanziaria del 2014 varata dal governo Letta.

Come si arriva all'aumento prezzi benzina nel 2017

A dare l'allarme circa gli aumenti del carburante da autotrazione è la CGIA di Mestre che, in seguito ad uno studio accurato, ha ricordato che nella Legge Finanziaria del 2014 era previsto il reperimento di risorse aggiuntive negli anni 2017 e 2018 rispettivamente di 220 e 199 milioni di euro come gettito da far pervenire nelle casse dello stato. Il coordinatore dell'ufficio studi della CGIA, Dott. Paolo Zabeo, ha affermato che la paura potrebbe essere non del tutto ingiustificata considerando come al momento, nonostante il prezzo del petrolio sia particolarmente contenuto, il costo alla pompa rimane

"troppo elevato a causa del livello di tassazione che su un pieno di benzina incide per il 69 per cento e su quello di gasolio per il 67 per cento. Un livello che in entrambi i casi rimane è al top in UE"

La ragione in questo caso è dalla sua parte perché, a partire dal 2011, sono stati ben otto gli aumenti del prezzo benzina messi in atto dai vari governi che hanno portato un incremento sulle accise di ben il 29,1% sulla benzina ed il 46% sul gasolio. Bisogna aggiungere che a breve un provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli stabilirà l'entità esatta degli aumenti di benzina e diesel mettendo su carta gli importi che dovrebbero concorrere ad incrementare la tassazione sui carburanti.

Aumento prezzi benzina nel 2017: cosa dice il Governo?

La reazione del governo all'allarmismo della CGIA di Mestre è stata una dichiarazione ufficiale all'interno della quale si conferma come, con l'attuale legge di stabilità, non sono previsti aumenti per il costo della benzina e del gasolio. A supporto di questa smentita ufficiale c'è anche la Legge di Bilancio 2017 recentemente approvata nella quale vengono eliminate definitivamente le misure dei precedenti provvedimenti a lungo termine in merito determinati dal governo Letta. Il piano che prevedeva la maggiorazione dei costi del carburante, quindi, va definitivamente in pensione ed il reperimento delle somme preventivate è stato integrato in altre voci di bilancio inserite nella nuova manovra. Questa notizia dovrebbe far ben sperare i milioni di automobilisti già vessati dai numerosi aumenti sopportati negli ultimi anni considerando anche l'intenzione dell'attuale compagine politica di non mettere in campo misure del genere in vista del prossimo referendum costituzionale.

Le oscillazioni che determinano il prezzo della benzina

Molto spesso ci chiediamo come mai il costo dei carburanti e quello del petrolio non siano direttamente correlati ma che, al contrario, al ribasso di quest'ultimo non corrisponda un'effettiva diminuzione dei primi. La motivazione è semplice: la mancata corrispondenza tra il prezzo del petrolio e quello della "benzina" alla pompa è dovuta a diverse ragioni, dall'effetto cambio euro-dollaro fino ad arrivare al continuo aumento di tasse ed accise che bloccano qualsiasi effetto in diminuzione sul costo al barile. Circa 8 anni fa infatti a fronte di un massimo storico di 146,30 dollari al barile il costo della benzina era di 1,3287/litro mentre quello del gasolio era di 0,57/litro, mentre oggi, al contrario, con un minimo storico di 45 dollari al barile (previsto in tendenza verso i 30 dollari) i carburanti hanno un costo di gran lunga superiore. Una delle motivazioni principali è da ricercare nel cambio tra le valute che all'epoca si attestava intorno all'1,43 (in favore dell'euro) mentre oggi è a circa 1,11 e poiché il petrolio si compra in dollari ed il carburante si vende in euro, l'indebolimento della moneta unica europea ha svantaggiato i venditori che per mantenere intatto il loro margine si sono visti costretti ad aumentare i costi alla pompa. Altro elemento fondamentale nella costruzione del prezzo finale della benzina è da ricercare nella composizione stessa di questa cifra che comprende differenti variabili.

Guida agli aumenti: com'è composto il prezzo della benzina?

Come anticipato precedentemente una delle domande che più spesso siamo soliti farci riguarda i fattori che influenzano i costi della benzina e del gasolio ed in questo gioco gran parte della composizione è data dalle tasse e dalle accise che vanno a sommarsi al prezzo del petrolio. L'accisa è un'imposta che grava sulla quantità dei beni prodotti ed è, nel caso della benzina, fondamentale nella determinazione del costo che l'automobilista paga al momento in cui fa rifornimento. Nel nostro caso, in Italia, ad oggi sono presenti ancora diversi valori riconducibili anche ad eventi lontani nel tempo come ad esempio lo 0,000981 risalente al finanziamento per la guerra in Etiopia del 1935-1936. A questo dobbiamo aggiungere una serie di finanziamenti legati ad eventi tragici nella nostra storia come i vari terremoti del Friuli, del Belice, dell'Irpinia, de L'Aquila, dell'Emilia e le alluvioni di Firenze nel 1966, della Liguria e della Toscana nel 2011 oltre alle varie guerre nelle quali lo Stato Italiano ha partecipato come Libano e Bosnia. L'insieme di queste quote di finanziamento rappresenta circa 50 centesimi per ogni litro ai quali dobbiamo aggiungere che dal 1999 è stata data facoltà alle regioni di inserire nella composizione del prezzo delle accise specifiche. Alle accise ed alle addizionali regionali va sommata l'imposta di fabbricazione sui carburanti e l'iva relativa (perchè l'iva si paga anche sulle accise in una sorta di doppia tassazione decisamente inaccettabile). Il totale di questa girandola di imposte si aggira intorno ad 1 euro al quale ovviamente va aggiunto il costo vero e proprio del petrolio, ed è esattamente questa incredibile sommatoria a determinare, in Italia, l'incidenza fiscale, sui carburanti, più alta d'Europa.