Voucher: i dati dell’INPS
Nati per far emergere il nero che si annidava nelle prestazioni occasionali, i voucher INPS sono diventati uno strumento di estrema precarizzazione del lavoro. Questo quanto emerge dal rapporto INPS sul lavoro accessorio, aggiornato al primo semestre 2016.
Nel 2011 i lavoratori pagati con i buoni lavoro erano soltanto 216mila, ma da allora si è registrata una crescita costante con 1 milione nel 2014 e 1,4 milioni nel 2015 (numero di voucher venduti dal 2008: 347 milioni).
A colpire, oltre alla diffusione di questo strumento di pagamento, è il dato medio sugli importi incassati dai lavoratori, che ricordiamo percepiscono 7,5 euro per ogni buono lavoro da 10 euro, che non arriva a 500 euro l’anno. Nei primi sei mesi del 2016, la crescita non si è arrestata segnando un 40% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sottolinea l’INPS:
“La progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio è andata di pari passo con l’aumento della vendita dei voucher.”
Voucher INPS: diffusione territoriale e giro di vite
Se si analizzano i dati INPS a livello territoriale, emerge un utilizzo dei voucher più diffuso nelle regioni del Nord del Paese. Il 66,3% dei buoni lavoro viene utilizzato nel settentrione d’Italia, praticamente due su tre:
“l Nord-est con 127,7 milioni di voucher venduti ha inciso per il 36,8%, mentre il Nord-ovest con 102,6 milioni di voucher venduti ha inciso per il 29,5%.”
Si attendono adesso i dati del secondo semestre 2016 per valutare l’efficacia della stretta del Governo, che ha imposto delle regole più stringenti circa la comunicazione e l’utilizzo dei buoni lavoro, al fine di ridurre gli abusi.
Permane la richiesta dei sindacati di tornare indietro rispetto agli anni passando, riducendo nuovamente gli ambiti di applicazione di questo modello di pagamento ed escludendo interi settori economici.
Voucher INPS: come funzionano
I voucher INPS sono uno strumento finalizzato alla regolarizzazione della posizione dei lavoratori che operano in maniera occasionale e discontinuo. Si tratta di buoni di lavoro che hanno le seguenti caratteristiche:
- valore nominale pari a 10 euro;
- valore netto per il lavoratore pari a 7,50 euro;
- 2,50 euro per la copertura previdenziale ed assicurativa del lavoratore, INPS ed INAIL insomma;
- importo corrispondente a minimo un’ora di lavoro.
Questo strumento, nato con l’obiettivo di far emergere il lavoro nero (quelle piccole collaborazioni come ripetizioni, babysitting ecc.), ha subito negli ultimi tempi una diffusione quantomeno sospetta, con una richiesta di 9,2 milioni di voucher soltanto nei primi tre mesi del 2016 ed un incremento del 137% rispetto al 2015.
Tutto ciò lascia pensare che i voucher vengano utilizzati per nascondere veri e propri rapporti di lavoro continuativi e non per regolarizzare il lavoro nero.
Voucher INPS: le novitÃ
Lo scorso 10 giugno, il Governo ha però varato un decreto correttivo sui voucher INPS, con una serie di novità . Vediamo come è stata resa operativa la cosiddetta tracciabilità dei voucher:
- il datore di lavoro è obbligato ad inviare un SMS o una mail all’Ispettorato del lavoro, almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione lavorativa (il messggio deve contenere i dati anagrafici del lavoratore, il luogo della prestazione e la durata della stessa);
- la mancata comunicazione entro un’ora comporterà una sanzione che va da 400 a 2.400 euro;
- ciascun datore di lavoro può attivare i voucher per un valore annuo massimo di 2.000 euro;
- per il settore agricolo la tempistica è dilatata e si hanno a disposizione 7 giorni per effettuare le comunicazioni.
Le previsioni sopra illustrate non riguarderanno il lavoro domestico. Assindatcolf, associazione di categoria, precisa infatti che
“Il lavoro domestico è escluso dall’obbligo di tracciabilità . Il decreto parla di committenti imprenditori e professionisti lasciando quindi fuori le famiglie che dovessero usare i voucher per pagare colf, badanti e baby sitter”.
Linda
Ciao Michela, come giustamente dici il voucher ha già integrato i contributi all’inps.
Io due anni fa sono stata pagata per mesi in voucher.
Da qualche parte nel mio fascicolo previdenziale non dovrei vedere questi contributi? indipendemente che siano 10 o 500€
Purtroppo io non li vedo da nessuna parte, e se chiami INPS non ti sanno rispondere.
Non è che in realtà se li tengono in tasca?