Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, è diventato operativo il nuovo redditometro, strumento di contrasto all’evasione fiscale volto a controllare la congruità tra reddito dichiarato e spese sostenute da una famiglia sulla base di alcuni parametri.
Cento voci di spesa messe sotto la lente dell’amministrazione finanziaria a partire dai redditi relativi al 2009 (quelli inseriti quindi nella dichiarazione del 2010).
Vengono presi in considerazione i consumi (alimentari e bevande; abitazione; combustibili ed energia; mobili, elettrodomestici e servizi per la casa; sanità; trasporti; comunicazioni; istruzione; tempo libero, cultura e giochi; altri beni e servizi) e gli investimenti quali:
- immobili;
- beni mobili registrati, come autoveicoli, natanti, imbarcazioni e aeromobili;
- polizze assicurative;
- contributi previdenziali volontari;
- azioni e titoli di varia natura.
Il tutto è stato organizzato in 11 tipologie di famiglie e 5 macroaree geografiche per contestualizzare in maniera più precisa (sarebbe meglio dire con una migliore approssimazione) reddito e spese. I controlli veri e propri scatteranno (presumibilmente a partire da marzo) quando a seguito degli incroci verrà riscontrata una differenza minima del 20% tra quanto dichiarato e quanto ricostruito dal Fisco.
Redditest
Per chi volesse già da subito verificare la congruenza tra il proprio reddito e le spese sostenute, è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate il Redditest, un programma «di ausilio all’autodiagnosi per i contribuenti» spiega l’Agenzia, che «serve ad orientare circa la coerenza del proprio reddito familiare rispetto alle spese sostenute nell’anno».
Per utilizzare il programma è necessario scaricare il software e, una volta installato sul pc, inserire i dati richiesti, tenendo presente che sarà necessario procurarsi alcuni documenti per la compilazione come dichiarazione dei redditi e polizze assicurative. Le informazioni inserite resteranno sul proprio computer, «senza lasciare alcuna traccia sul web» come si legge sul sito delle Entrate.
Buone notizie dalla Cassazione
Chi deve dimostrare che le spese e gli investimenti non sono coerenti? La prova spetta al Fisco o al contribuente?
Si è di recente espressa in merito al Corte di Cassazione con la sentenza n. 23554/2012, depositata il 20 dicembre 2012, inquadrando il redditometro fra le cosiddette “presunzioni semplici”. Questo significa che non sarà il contribuente a dover dimostrare la congruità delle proprie spese ma l’onere della prova spetterà al Fisco che è tenuto ad analizzare la situazione reale del contribuente al di là del dato statistico emerso dal test.
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