Mutuo casa:Â la situazione in Italia
Negli ultimi cinque anni c’è stato il boom delle locazioni: si è assistito ad una consistente diminuzione dei canoni in modo quasi uniforme su tutto il territorio nazionale. Il “mattone” e la casa di proprietà non sono più la terra promessa: un po’ per questioni di cultura, un po’ a causa della crisi (economica e sociale) prendere un impegno a lungo termine non è più tra le priorità degli italiani.
Dagli ultimi dati a disposizione, sono circa 2 milioni le famiglie interessate all’acquisto di una casa, non per investimento ma per assicurare ai figli un tetto sulla testa. I giovani di oggi infatti non possono pensare di acquistare casa se non con l’aiuto economico dei genitori (vuoi per questioni di liquidità , vuoi per questioni di garanzie per le banche). Ecco perché il mutuo casa oggi è una spesa che non tutti riescono ad affrontare, un impegno che una “famiglia” su quattro non riesce più a mantenere. A voler tradurre in numeri, nell’ultimo anno si è passati dal 14,4% al 22,8% di famiglie che dichiarano grandi difficoltà a pagare le spese del mutuo.
È quanto emerge da uno studio realizzato dall’istituto di ricerca Nomisma sulla condizione delle famiglie italiane nel 2016.
Mutuo casa:Â il quadro sociale
Ad oggi, sembra che la domanda residenziale sia legata alle richieste di seconda casa ad uso familiare. Quindi sono le famiglie d’origine che garantiscono ai figli la possibilità di un acquisto. Si nota comunque un interesse più legato all’immediato, al presente, sia sugli acquisti che sulle eventuali ristrutturazioni: si preferisce consumare “qui e ora” gli spiccioli a disposizione invece di impelagarsi in impegni ventennali.
L’interesse maggiore sembrano averlo le famiglie con reddito medio/basso (genitori soli con figli) o i giovani con lavori precari e famiglia d’origine numerosa. E sono proprio le categorie che non vedono accolte le loro domande di mutuo a causa di mancanza di garanzie sufficienti (nel 73% dei casi).
Di fatto, il Bel Paese è tra quelli in cui il reddito dei figli e quello dei genitori sono strettamente correlati. E anche per questo motivo le generazioni più giovani sognano di andare a vivere all’estero per poter realizzare il sogno della indipendenza economica e – magari – la creazione del loro personale nucleo familiare.
Mutuo casa: tra ripresina latente, crescenti difficoltà e Brexit
Secondo Nomisma “nonostante i modesti miglioramenti delle condizioni economiche delle famiglie osservati da Istat, nella prima parte dell’anno sembra essere aumentata la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese e della transitorietà di alcuni innegabili segnali positivi registrati nell’ultimo anno”. E così i prestiti ottenuti solo l’anno scorso dalle banche, sono diventati un peso insostenibile per molte famiglie, in serie difficoltà nella fase di restituzione.
Non si riesce a risparmiare ma si preferisce spendere quel poco che passa dalle tasche e a farne le spese è soprattutto il mercato immobiliare.
E da oggi, con l’uscita del Regno Unito dall’Europa, un nuovo interrogativo: cosa cambierà per chi ha o vuole chiedere un mutuo? Ovviamente il problema non riguarda chi ha un mutuo a tasso fisso, ma chi ha scelto il tasso variabile. Questo infatti è composto da due componenti: Spread – fisso per la durata del mutuo – e Euribor, che dipende dalla BCE – Banca Centrale Europea – la quale, nell’ottica di limitare l’effetto Brexit in Europa, ha tutto l’interesse a mantenere bassi i tassi. Una buona notizia per chi ha un mutuo a tasso variabile.
E per chi invece sta temporeggiando davanti al dilemma “mutuo si, mutuo no”, cosa suggeriscono gli esperti? Di approfittare dei tassi, già al minimo storico e difficilmente ulteriormente riducibili, e dei prezzi minimi degli immobili, dopo anni di cali: insomma sembra proprio il periodo ideale per acquistare con profitto.
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