Prima di essere uno stereotipo, il binomio donne e motori è soprattutto una realtà quotidiana che ogni essere di sesso femminile si trova ad affrontare. Quante di noi si sono trovate in difficoltà per un problema causato dalla propria macchina? In questo articolo, leggero e ironico, vi racconto i problemi più frequenti e delle possibili soluzioni per tirarsi fuori dai guai.
Uomini, fermatevi: questo non è un manifesto sull’incapacità femminile di districarsi con i problemi legati all’auto. In media, tra voi lettori, una buona percentuale non ha mai cambiato la ruota della macchina e il numero cresce se consideriamo quelli che, almeno una volta nella vita, si sono dimenticati di pagare in tempo l’assicurazione e il bollo auto.
Quindi partiamo da un presupposto: ci sono cose con cui una donna va d’accordo – più o meno tutto, essendo lei impegnata in mille cose contemporaneamente e riuscendo praticamente in ogni attività del suo carnet – e altre con cui non si sente a suo agio (come l’automobile). E questo capita anche agli uomini: ci sarebbe un elenco infinito di situazioni in cui non sapreste assolutamente come muovervi semplicemente perché è così che deve essere (per esempio, provate a organizzare un matrimonio!).
Parlando di donne e motori, dicevamo, lo stereotipo è in agguato.  Per questo ho deciso di fare outing con la mia esperienza di automobilista poco avvezza ai giri in città , che arriva da un piccolo paesino in cui non esistono strade a quattro corsie, si guida con tranquillità e il traffico è solo un rumore lontano.
<<TWITTALO>>
Donne e motori: piccolo manuale di sopravvivenza http://bit.ly/11JNLYv via @6sicuro
Immagino che sarà capitato anche a voi lettrici, almeno una volta nella vita, di non sapere esattamente cosa fare in momenti drastici, quelli in cui devi prendere delle decisioni vitali non solo per la sopravvivenza tua e degli altri, ma anche perché, diciamocelo, la fretta è la migliore amica di tutti quelli che guidano un’automobile. Stai un secondo di troppo immobile davanti al semaforo verde perché ti sei incantata a guardare il cielo o la pettinatura di un passante? Il clacson di chi sta dietro di noi parte a mille, come se quella frazione di secondo potesse mai cambiare il fatto che è drasticamente in ritardo. Scusate, scusate se ci prendiamo il nostro tempo (una frazione di secondo).
Ecco un piccolo elenco di situazioni e problemi più frequenti in cui mi sono trovata (e senz’altro potrete riconoscervi anche voi) alla guida di un’automobile:
- Sono sempre troppo lontana dallo sportello del casello in autostrada o dalla colonnina del parcheggio: calcolare le distanze è difficilissimo, così o capita di essere a distanza siderale dal mio ticket e mi tocca non solo slacciarmi la cintura, ma, nei momenti più umilianti, anche aprire lo sportello e scendere dall’auto. Oppure mi ritrovo a stretto contatto con il gradino. (Invoco il Padrone dei Caselli autostradali per chiedergli gentilmente di dipingere a terra delle linee in cui inserirmi per posizionarmi alla giusta distanza)
- Il traffico della grande città mi getta nella confusione: la fretta (vedi sopra) e l’impazienza degli altri automobilisti mi mandano in completa confusione. Per una abituata a guidare su strade tranquille, il traffico di una città come Torino, le manovre assassine, le inversioni a U lì dove non potresti mai, le rotonde in cui tutti si infilano senza gentilezza alcuna. Per quanto non sia un’emotiva alla guida, abbia i riflessi pronti e nessun timore a gettarmi nella mischia, be’, per favore, calmatevi tutti. La mia soluzione è comunque prendermi il mio tempo, entrando in modalità nirvana, lontana dalle maledizioni di quello dietro.
- Ho bisogno del mio tempo per parcheggiare: un altro stereotipo vuole la donna totalmente incapace di parcheggiare, soprattutto se deve infilarsi tra due macchine. Nel mio caso lo stereotipo è vero, tanto che non ho idea di come si chiami questo “stile” di parcheggio. Sono fortissima sulla lisca di pesce e vado speditissima quando davanti ho leghe desolate di posti vuoti, ma la pressione che provo quando trovo finalmente un parcheggio dopo ore ed è il più difficile del mondo, con le macchine dietro che aspettano di passare e schiacciano il clacson e ti guardano con supponenza, be’, che ve lo dico a fare? Rinuncio. Prendo e vado via, in cerca di una lisca di pesce.
- Compro sempre i fazzoletti dall’ambulante: è che non riesco a dire di no. Non sono temprata da anni di guida in città e quindi ho ancora il cuore tenero di chi crede di dare una mano.
- Quando guido sono perfetta, ma in compagnia faccio errori che neanche una principiante: sarà che soffro di ansia da prestazione ma, quando guido da sola, proprio per il fatto di dovermela cavare senza aiuti o indicazioni, sono perfetta, come appena uscita da una pagina di QuattroRuote. Ma se accanto a me c’è qualcuno gli errori madornali si susseguono. La soluzione è (indovinate?) guidare da soli.
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