Tasse sulle imprese: la ricerca della CGIA di Mestre
La pressione fiscale sulle imprese italiane, è la più elevata d’Europa. Se nel nostro Paese “se ne vanno” in tasse il 64,8% dei profitti commerciali, negli altri Stati UE la situazione è decisamente migliore.
Fanalino di coda insieme all’Italia, sono Francia con il 62,7% e Blegio con il 58,4%. Impressionante però il divario tra Italia e media UE, che si attesta al 43,6%: un distacco di oltre 21 punti percentuali che pesa decisamente soprattutto se si ragiona in termini di competitività delle aziende nostrane.
A commentare i dati Paolo Zabeo, Ufficio studi Cgia di Mestre:
“Pur riconoscendo l’impegno profuso dal Governo Renzi le imprese italiane continuano ad avere un total tax rate che non ha eguali nel resto d’Europa. Pertanto, è necessario che l’esecutivo, in attesa delle riduzioni dell’IRES e dell’IRPEF, attui da subito una moratoria fiscale che sterilizzi qualsiasi aumento di tassazione a livello nazionale e locale ed eviti, come purtroppo è successo negli ultimi 2 anni per i trasporti, la diminuzione delle deduzioni/detrazioni fiscali che si sono tradotte nell’ennesimo aumento di imposta per moltissimi imprenditori”.
Tasse sulle imprese: rapporto tasse/PIL e livello dei servizi
Il rapporto tra tasse e PIL (prodotto interno lordo), ci restituisce un quadro un po’ meno drammatico, ma comunque a tinte fosche se paragonato alla situazione di altri Paesi UE. In Italia tasse e contributi rappresentano il 43,5% del PIL, a fronte del 39,6% della Germania, del 37,8% dell’Olanda, del 34,8% del Regno Unito e del 34,6% della Spagna.
Interviene nuovamente Zabeo sul livello dei servizi offerti alle imprese a fronte del notevole carico fiscale:
“Alle imprese italiane viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante d’Europa. Sebbene la giustizia civile sia lenta e in molte aree del paese anche poco efficiente, l’eccesso di burocrazia abbia raggiunto livelli difficilmente riscontrabili altrove, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il deficit logistico-infrastrutturale sia pesantissimo, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è molto elevata. In altre parole, gli imprenditori italiani pagano molto di più dei concorrenti europei, ma, per contro, continuano a ricevere servizi di basso livello qualitativo.”
Lascia un commento