La Legge di stabilità 2015 ha introdotto in Italia il c.d. Patent Box, ovvero un regime di tassazione agevolato per i redditi che derivano da opere dell’ingegno, da brevetti industriali, marchi, disegni e modelli, nonché da processi formule o informazioni relativi a tecniche sviluppate nel campo industriale, commerciale o scientifico, tutelabili per legge.
Bellissima iniziativa, come sempre quando c’è da risparmiare per il contribuente. Resta però da vedere cosa comporti realmente e a chi sia accessibile.
Cos’è il Patent Box
Un regime di tassazione agevolata opzionale: questa la definizione del Patent Box. Non si applica quindi automaticamente al contribuente, ma deve essere scelto per poter essere attivato.
Comporta un beneficio in tema di tasse: il soggetto che si avvale del Patent Box vedrà calare la tassazione dei redditi che derivano da beni immateriali di quasi la metà. Questo tipo di redditi infatti, normalmente tassati al 31,4%, verranno sottoposti alla diversa tassazione al 16% se si effettua la scelta del Patent Box (e purché ve ne siano i requisiti di legge).
Chi può usufruire del Patent Box
Chiunque sia titolare di un reddito da impresa: ditte individuali, società per azioni, S.r.l., società di mutua assicurazione e società cooperative, che abbiano la sede in Italia, enti pubblici e privati con sede in Italia, enti non commerciali, società in nome collettivo e in accomandita semplice, società che non abbiano la sede nel nostro paese ma che qui abbiano un’organizzazione stabile, purché vi sia scambio di informazioni e in presenza di un accordo contro la doppia imposizione fiscale.
Non è importante a che titolo il contribuente utilizzi questo bene o questi beni, proprietà o concessione, purché ne abbia una disponibilità tale da produrre il citato reddito.
Sono beni immateriali tutti quei prodotti dell’inventiva umana (ad es. marchi, brevetti, modelli industriali, ecc.) che sono costituiti soprattutto di un’idea o un’invenzione particolare. I beni di questo genere che consentono di ricorrere al Patent Box, stando alla legge di stabilità e al successivo decreto di attuazione, sono:
- Software;
- Brevetti per invenzione industriale, sia che siano già stati riconosciuti, sia che siano in attesa della concessione;
- Invenzioni biotecnologiche e certificati di protezione complementare:
- Brevetti o certificati per topografie, varietà vegetali e semiconduttori;
- Disegni e modelli;
- Modelli di utilità;
- Know how aziendale;
- Marchi d’impresa, sia che siano già stati registrati, sia che siano in attesa di ottenere la registrazione.
Chi non può avere il Patent Box?
Sono escluse dal ricorso a questa tassazione le società in fallimento e in liquidazione coatta, nonché le attività di grandi dimensioni in amministrazione straordinaria, almeno che questa non sia finalizzata a proseguire poi la produzione.
Da ultimo, restano esclusi i lavoratori autonomi e coloro che determinano il reddito di impresa con tecniche forfettarie.
I requisiti necessari
Oltre a quanto già visto, per poter scegliere il Patent Box è necessario che, dietro il bene immateriale che genera reddito, vi sia un’attività di ricerca o di sviluppo mirata proprio alla produzione o alla crescita di questo tipo di bene, anche tramite contratti con soggetti terzi (università, enti di ricerca, ecc.).
Un esempio tipico di questo genere di ricerca è lo sviluppo di software o anche l’attività di ricerca, analisi del mercato, promozione e presentazione volta ad aumentare la fama di un marchio.
Come avvalersi del Patent Box
La scelta del regime di tassazione deve essere fatta nella dichiarazione dei redditi relativi al primo periodo d’imposta per cui ci si vuole avvalere dell’agevolazione. La scelta, una volta fatta, resta valida per 5 periodi d’imposta e non è revocabile.
Allo scadere dei periodi detti, può essere ulteriormente rinnovata. L’Agenzia delle Entrate, sin dal 2015, ha reso disponibile un modulo per comunicare l’opzione, destinato alle piccole e medie imprese.
Perché è stato introdotto il Patent Box
La finalità di questo regime opzionale è incentivare la creazione, implementazione e, quando possibile, registrazione dei beni immateriali su territorio italiano. La normativa parte dunque dalla consapevolezza che il valore di beni quali marchi, brevetti e know how industriali e tecnologici è oggi elevatissimo. Diventa allora importante che chi questi beni coltiva non vada a collocarli all’estero, portando ricerca e ricchezza in un altro paese.
La normativa corrisponde ad altre analoghe già introdotte nei paesi europei e rappresenta un modo per rendere l’Italia competitiva sotto questo profilo, volendo premiare non soltanto chi effettua la fase di ricerca, ma anche chi realizza il risultato finale, ad esempio registrando, impiegando e tutelando da contraffazioni il proprio marchio.
Sembra tuttavia che, proprio in considerazione dei vincoli alla concorrenza imposti dall’appartenenza all’ambito europeo, l’elenco dei beni immateriali che consente l’accesso al regime fiscale sia da rivedere, forse con esclusione proprio di voci importanti quali quella dei marchi.
SALVATORE Giordano
Salve,ho un negozio di ottica e vorrei capire se un marchio da me creato per una o più linea di montature personalizzate possa usufruire del patent box.In particolare la linea sarebbe destinata a spingere le “vendite” legate al Circuito AFFITTASI OCCHIALI cui abbiamo aderito da un anno,quindi ad incentivare nei clienti la scelta del noleggio anziché l’acquisto di occhiali.
Grazie