Come trovare lavoro? Se lo chiedono molte persone, soprattutto chi si sta affacciando ora su questo mondo. Gli ultimi dati Istat registrano un tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) quasi al 40%. Rispetto all’anno precedente e guardando il quadro generale, forse le cose vanno leggermente meglio. Ma le richieste sono sempre tante. Tra le ricerche più cliccate sul web c’è anche “Come trovare lavoro a 50 anni“, tanto per fare un esempio.
Riccardo Scandellari: Blogger, digital marketer e giornalista. Autore di libri sul personal branding e il marketing digitale. | |
Barbara Bonaventura: Consulente di marketing strategico per l’innovazione. All’attività di consulenza affianca quella formativa e ha al suo attivo decine di corsi e interventi sul marketing strategico tradizionale e digitale. | |
Salvatore Russo: Responsabile marketing di 6sicuro.it, si occupa di Digital Marketing Stategy e Content Marketing. | |
Sabrina Mossenta: Esperta di media digitali. Nella sua pluriennale esperienza in Corporate & Marketing Communication si è occupata di consulenza strategica, relazioni pubbliche e formazione sull’utilizzo dei social online. E’ co-autrice di Job Revolution, Trovare lavoro con i social media, pubblicato da Hoepli. |
Com’è cambiato il mondo del Lavoro negli ultimi anni?
Non credo che il mondo del lavoro sia cambiato sostanzialmente in questi anni, è cambiato moltissimo il modo in cui si trova lavoro. Si è passati dagli annunci sui quotidiani al web. | |
Il mondo del lavoro ha iniziato a cambiare dagli anni novanta quando la certezza del ‘posto fisso a vita’ è venuta a mancare. Qualsiasi adulto – a prescindere dalla sua professionalità – oggi sa che non potrà trascorrere tutta la sua carriera lavorativa all’interno della stessa azienda. Inoltre, credo sia chiaro a tutti che anche le proprie conoscenze/competenze dovranno affrontare continui ‘upgrade’ perché in un contesto in continua evoluzione, il nostro sapere ha sempre la data di scadenza. Quindi, oggi ci troviamo di fronte a dei lavoratori che debbono capire che la responsabilità della propria crescita professionale – e stabilità economica – non è derogata all’azienda, ma è un impegno tutto loro. L’altro lato della medaglia è che una vita professionale così lunga e poco stabile ci permette di affrontare tante sfide professionali e di intraprendere anche carriere molto diverse tra loro. | |
Ho cominciato a lavorare proprio nella fase iniziale di questo processo di cambiamento, non è ancora stato completato, ma è chiaro che il mondo del lavoro di oggi non c’entra nulla con quello dei nostri genitori. A prescindere dalle forme contrattuali è cambiato il modo con cui le aziende cercano le proprie risorse e gestiscono la selezione. Sono cambiate le figure professionali richieste con un boom di quelle legate al mondo online. C’è in atto un processo di riqualificazione enorme, moltissime persone che hanno perso il lavoro, tentano nuove strade, a volte cambiando totalmente il settore di partenza. | |
Le trasformazioni economiche e sociali degli ultimi decenni hanno avuto fortissime ripercussioni sul mercato del lavoro e all’interno delle organizzazioni, cambiando nel tempo i parametri e i modi di lavorare. Le trasformazioni in atto sono molte e complesse per le quali sono indispensabili alcuni spunti di riflessione:
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Meglio un posto fisso o il libero professionismo?
Esiste ancora il posto fisso? Se esiste è da preferirsi alla partita iva. Poi entrambi hanno cose positive e negative. Il libero professionismo offre sia grandi libertà che rischi e grane. | |
Meglio un lavoro che al mattino non ci faccia maledire la sveglia e sbuffare per tutto il percorso fino all’ufficio. Può sembrare una battuta, ma se non stiamo bene non produciamo bene e a quel punto, meglio cambiare. Credo che in fasi diverse della vita si cerchino stimoli differenti. Quindi, il passaggio tra libero professionismo o posto fisso possa accadere più volte durante la propria carriera professionale a seconda del momento del lavoratore. | |
Se fosse mio figlio a chiedermelo, partirei senz’altro dal posto fisso e successivamente, se vi sono i presupposti, tentare la partita IVA. Non è tanto una questione di garanzia del lavoro, ormai nessuno è più certo del proprio posto, ma è una questione di forma mentis. In ogni caso non sono scelte a senso unico, ormai si può passare da una formula all’altra con relativa facilità e in alcuni casi coesistere. | |
È una domanda alla quale non si può rispondere se non considerando l’evoluzione dell’economia, del lavoro e della carriera. Negli anni in cui il focus delle aziende era la produzione di beni (anni ‘50/’80), l’organizzazione era gerarchica e poco segmentata, i lavoratori erano dipendenti fissi la cui carriera era gestita in toto dall’impresa (“un’azienda, una vita”). Negli anni successivi (‘90/2000), la produzione di servizi ha visto un incremento del lavoro intellettuale con una maggiore competitività e una carriera che i dipendenti hanno iniziato ad auto costruirsi attraverso più cambi di aziende. Gli anni della Web Economy stanno rivoluzionando il modo di concepire il lavoro: prospettive di lavoro globali, organizzazioni delle aziende orizzontali (tipiche del lavoro “a più progetti”), e flessibili, dipendenti estemporanei e, soprattutto, una carriera costruita autonomamente dall’individuo. Ogni progetto è composto da una buona strategia e da una buona esecuzione della stessa: mi verrebbe da dire che oggi, per diventare un buon dipendente è necessario prima essere un buon imprenditore di se stesso e viceversa. |
Quanto ha influito Internet nel tuo lavoro?
Fondamentale, il lavoro che faccio ora 8 anni fa non esisteva. | |
Un piccolo aneddoto mi aiuta a rispondere meglio. Nel lontano ’98 stavo ultimando le ricerche per la mia tesi di laurea e avevo bisogno di studiare alcuni articoli americani che affrontavano le mie tematiche di interesse. Oggi, la cosa sarebbe semplice semplice: una approfondita ricerca attraverso uno dei vari cataloghi online, la selezione degli articoli e poi l’acquisto del tutto in digitale. Tempo complessivo: un paio di giorni di lavoro svolti tranquillamente da casa. Nel ’98 le cose erano un filino più lente: le ricerche si effettuavano solo dai terminali dell’università che erano in rete con i vari cataloghi delle biblioteche e poi, per mettere le mani sugli agognati articoli, era necessario richiedere la ‘ristampa’ all’editore che ti mandava le pagine di carta via corriere dagli USA. Tempo complessivo: un paio di mesi. Si, posso dire che Internet abbia influito abbastanza nel mio lavoro. | |
Direi che ha completamente stravolto il mio modo di lavorare, anzi oggi faccio un lavoro totalmente diverso da quando avevo un PC ma senza connessione internet, quasi incredibile da immaginare. | |
Il mio percorso lavorativo, iniziato nel 1989, ha un comune denominatore che è la parola “rete”. Un po’ per caso e molto per passione, sin dall’esordio della mia attività professionale ho gestito reti: di calcolatori per la distribuzione di servizi, di POS per i pagamenti nel punto vendita, di agenti immobiliari per la consulenza nei mutui, e ancora, reti commerciali per l’erogazione di prestiti e, reti di persone online per la promozione della propria carriera e la ricerca di nuove opportunità di business. Ho condiviso le mie avventure lavorative a livello locale, poi sul territorio italiano, in seguito in Europa e poi in Brasile. Sono approdata al social network quando di crisi economica non si sentiva ancora parlare, sfidando coloro che mi attribuivano una scelta avventata e molto legata alla bolla delle Dot-com, ma l’intuito mi diceva che era la strada giusta. In questo credo di essere stata aiutata da segnali avuti all’inizio del millennio: l’utilizzo molto diffuso della rete sociale da parte dei giovani brasiliani; la valorizzazione degli aspetti sociali nella community di una business school londinese, alla quale partecipai nel 2004, lo studio per lo sviluppo di una community Alumni di un’università italiana, presso la quale, nel 2005, frequentai un Master. Internet è anche per me una finestra sul mondo: un luogo nel quale mantenere buone relazioni che possano diventare nel tempo concrete opportunità professionali. |
Il web è un “alleato” del lavoro o ha complicato tutto il sistema?
Il web è un forte alleato a patto che lo si conosca bene. Il problema di molte aziende italiane e che non hanno compreso la trasformazione in atto. | |
Il web è semplicemente uno strumento che amplifica e accelera, quindi non ha introdotto particolari complessità, ma ha fornito vie differenti per ottenere lo stesso risultato. | |
Un’auto che va a 240 chilometri all’ora è più complicata di una che va a 120. Con questo voglio dire che il web è un ottimo alleato del lavoro, ha permesso un salto enorme in avanti per diversi aspetti e velocizzato moltissime attività, pensiamo solo alla email. Ciò porta con se nuovi pericoli e le aziende devono essere in grado non solo di affrontarli ma soprattutto prevenirli. | |
Credo che il sistema fosse già complicato e che internet altro non abbia fatto che rendere visibili alcuni aspetti di tale complessità. La rete virtuale è una risorsa, uno strumento in più che può anche semplificare e migliorare la vita delle persone (non solo nell’ambito lavorativo). Ogni tecnologia richiede una fase di “adattamento” e di conoscenza affinché la società economica possa renderla flessibile alle proprie esigenze. Il web offre vari vantaggi, dalla visibilità del proprio profilo professionale, al networking, ai servizi collaborativi (forum di scambio d’informazione, piattaforme per la presentazione di progetti professionali, nuove opportunità di lavoro) sino alla possibilità d’interagire professionalmente nelle pagine virtuali delle aziende. L’utilizzo di Internet comporta anche dei rischi che riguardano in particolare la privacy e delle regole etiche che è bene conoscere prima di approcciarsi alle conversazioni online. |
Come trovare lavoro oggi?
Secondo le statistiche è il passa parola offline ad offrire le maggiori occasioni. Online possiamo fare molto per ottenere attenzione e opportunità. | |
Proprio perché il web non è altro che uno degli strumenti a disposizione, le modalità con cui trovare lavoro sono rimaste le stesse. Oggi è molto più facile ottenere informazioni e accedere ad annunci e ricerche, ma spesso – come ieri – il lavoro lo si ottiene attraverso il passaparola e le referenze. Pertanto, dobbiamo lavorare al meglio sulla nostra reputazione e immagine facendo sì che si trasmetta il messaggio più coerente con i nostri desideri professionali. | |
Dipende dal lavoro che si sta cercando. Ad un apprendista idraulico darei consigli diversi da un social media manager. In ogni caso questi sono consigli che trovo validi per ogni tipologia di lavoro:
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Il primo passo consiste nel delineare il proprio profilo professionale. Non è così scontato avere un buon grado di autoconsapevolezza riguardo ai propri interessi, alle capacità e i punti deboli: capire cosa piace fare, dove e con chi, per avere ben chiaro qual è il proprio lavoro ideale, come e dove cercarlo (e ottenerlo). Tutte le esperienze, anche quelle che a prima vista possono sembrare banali o totalmente scollegate da uno specifico ambito operativo, contribuiscono in realtà a portare competenze e a fornire elementi importanti per la definizione della propria identità professionale. Una volta definito l’ambito professionale ideale e stabilita una direzione, sarà più facile compilare un CV coerente, impostare una ricerca e un’attività di personal branding efficace. È poi necessario conoscere il mercato del lavoro è importante per capire come e dove cercare informazioni e opportunità e come fare networking. Imparare a utilizzare in modo professionale i principali social network professionali, le caratteristiche di ciascuno e imparare quali utilizzare e come utilizzarli è fondamentale per raccogliere informazioni sul mondo del lavoro, attività che è consigliabile svolgere fin dal periodo accademico, per acquisire visibilità presso le aziende, i selezionatori o i potenziali clienti. La realtà attuale non può prescindere dall’utilizzo dei social media: essi sono entrati prepotentemente anche in ambito professionale. Oltre all’utilizzo, è importante conoscerne le regole etiche e di privacy. Gestire efficacemente le selezioni: avere un buon curriculum di studi non è più sufficiente, bisogna dimostrare di avere personalità e obiettivi chiari, ma soprattutto bisogna sapere come comunicarli, per iscritto, telefonicamente e di persona, al selezionatore, al responsabile di funzione aziendale, a eventuali partner o finanziatori. |
Loris
Trovare, e non cercare, è il verbo giusto al giorno d’oggi.
Trovare lavoro oggi richiede innanzi tutto la voglia di trovare se stessi.
Mentre un tempo era sufficiente aprire il giornale e cercare (o scegliere) che cosa fare, oggi le cose si sono ribaltate non trattandosi più, quindi, di cercare lavoro ma di trovare prima ciò che sei, e di conseguenza attirare ciò che farai.
===== posto fisso o partita iva?=======
Prima Grafico dipendente, poi venditore porta a porta di biancheria per la casa per due anni, altri due anni come agente per arti grafiche, di nuovo grafico dipendente. Dopo altri due anni faccio il salto e divento socio dell’azienda in cui ero Grafico, ed apriamo al web nel 1996. Da quel momento non ho più voluto saperne di posti fissi nonostante le difficoltà incontrate nel primo periodo.
La scelta di “vivere” il posto fisso e successivamente la partita iva è una condizione -sine qua non- per chi ha nel sangue la voglia di costruire: conoscere entrambe le parti della barricata ti offre una panoramica ed una conoscenza per comprendere gli uni e gli altri nel momento in cui li avrai di fronte.