Assegno di ricollocazione: cos’è e come funziona
L’assegno di ricollocazione, previsto nel Jobs Act, è un sussidio che si inserisce nelle manovre delle politiche attive per la lotta alla disoccupazione. Non si tratta di un semplice sostegno al reddito delle persone disoccupate, ma di un vero e proprio progetto di ricollocamento sul mercato del lavoro.
A breve verranno selezionati 10mila disoccupati da inserire nella fase sperimentale. I soggetti interessati devono aver goduto di almeno 4 mesi di Naspi (l’attuale assegno di disoccupazione) e percepiranno tra i mille e i 5mila euro a seconda della propria situazione (c’è infatti molta differenza tra un disoccupato in possesso di titoli di studio ed esperienza e uno non qualificato, dunque verranno identificati dei criteri oggettivi per quantificare l’assegno).
Non si tratterà però di un’erogazione in denaro. I partecipanti al progetto riceveranno infatti dei buoni da utilizzare per i servizi di centri per l’impiego o agenzie per il lavoro gestite da privati.
I soggetti coinvolti riceveranno dunque:
- consulenze per la compilazione del curriculum;
- servizi di ricerca di lavoro;
- assistenza per fissare i colloqui.
Le agenzie private incasseranno l’intero bonus in caso di firma di un contratto a tempo indeterminato, mentre otterranno il 50% dell’importo se andrà in porto un contratto a tempo determinato.
Assegno di ricollocazione: ANPAL
L’ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, avrà un ruolo centrale nella sperimentazione di questo nuovo strumento:
- si occuperà della selezione dei 10mila disoccupati che parteciperanno;
- realizzerà un portale dedicato a cui bisognerà iscriversi per accedere al nuovo beneficio;
- inviterà a mezzo lettera le persone selezionate.
Chi verrà prescelto potrà decidere liberamente se aderire o meno al progetto sperimentale. In caso di adesione la mancata partecipazione ai colloqui di lavoro comporterà una decurtazione della Naspi.
Terminata la sperimentazione l’assegno di ricollocazione sarà accessibile a tutti i disoccupati che percepiscono la Naspi, se ne riparlerà dunque nel 2017.
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