Si torna a parlare di autovelox: a poco più di un mese dalla nascita di “Vergilius”, il rilevatore di velocità dell’Anas che vanta una precisione maggiore e una qualità tecnologica superiore, ci si chiede come mai a Montecitorio non abbiano più portato avanti il progetto di devolvere metà dei proventi derivanti dalle multe effettuate con questi apparecchi agli enti proprietari delle strade, di modo che usino quel denaro per metterle in sicurezza e ridurre così i troppi incidenti.
Sui tutor e gli autovelox vi abbiamo già descritto i metodi più diffusi (pur se non tutti legali: attenzione!) per non farsi pizzicare. Questa volta vi diciamo invece come funzionano e come distinguerli.
Rilevatori della velocità: quanti ce ne sono?
Se parliamo dei tipi, se ne contano quattro principali:
Autovelox a fotocellule: Sono i più diffusi, e solitamente si trovano dentro gli autobox che ben conosciamo, posti ai bordi della carreggiata. Si basa su due sensori che rilevano la velocità del veicolo e, in caso d’infrazione, scatta la foto che viene immediatamente trasmessa a un computer centrale. Nel caso ve lo siate mai chiesto, la risposta è sì: talvolta gli autobox sono vuoti. A Fiesole (FI) ad esempio, vi sono 12 autobox, ma solo 2 contengono effettivamente i rilevatori fotocellulari; l’automobilista, non potendo sapere dove essi si trovino dal momento che vengono continuamente spostati da uno all’altro, rallenta in ogni caso.
Telelaser: Dotato di fascio laser e sensore ottico, è l’apparecchio mobile che ci sarà sicuramente capitato di vedere in mano all’operatore della Polizia Stradale, anche se per comodità e precisione si appoggia su un treppiede.
Da inseguimento: Trattasi di una telecamera posta a bordo delle auto della Polizia Stradale, con cui si calcola la velocità relativa del mezzo che viaggia proprio davanti alla pattuglia. Questa soluzione ha generato non poche contestazioni e rivalse giuridiche, poiché ritenuto non sufficientemente preciso e affidabile.
Tutor: creato da Autostrade per l’Italia, il Safety Tutor o SICVE (sistema informativo per il controllo della velocità), diversamente dagli autovelox è in grado di rilevare anche la velocità media di percorrenza, perchè effettua un primo check in un punto del tratto stradale interessato, in cui fa una prima foto alla targa del veicolo, e un secondo scatto nel punto finale; a quel punto le foto vengono messe a confronto e, dopo aver calcolato i tempi di percorrenza, il sistema conserva le fotografie e i relativi dati dei soli mezzi che hanno superato la velocità consentita.
Tra gli autovelox, esiste anche il sistema basato su tecnologia radar ma è molto meno diffuso.
Se volete sapere invece quanti rilevatori di velocità ci sono effettivamente sul territorio italiano, la Polizia di Stato mette a disposizione la lista completa.
Come contesto una multa che ritengo ingiusta?
Come abbiamo già accennato poco sopra, alcuni di questi strumenti sono spesso al centro di numerosi dibattiti: è recente la storia dell’autista di Fermo che si è visto recapitare a casa cartelle esattoriali per un ammontare di oltre 3.000 euro per aver percorso un tratto autostradale in cui erano presenti svariati tutor. Il legale dell’uomo è però riuscito a rendere le multe nulle dal momento che, se non si riesce a dimostrare che il SICVE che ha scattato la foto è stato sottoposto a controlli e manutenzione negli ultimi 12 mesi, le rilevazioni di velocità da esso effettuate non hanno valore. Qui vi diamo qualche dritta per contestare una multa che ritenete vi sia stata fatta ingiustamente.
Che cosa prevede la legge?
Decreti e normative del settore sono tutti d’accordo su un paio di punti fondamentali: gli strumenti di rilevazione della velocità devono essere ben visibili, preventivamente segnalati, omologati e approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
In Italia il discorso rimane delicato perchè queste apparecchiature, che dovrebbero servire per aumentare la sicurezza e sensibilizzare i guidatori al rispetto dei limti di velocità, troppo spesso sembrano soltanto una scusante per fare cassa: la nostra penisola vanta il record di multe rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea.
giovanni
Volevo chiedere se e’ vero che gli autobox per essere regolari durante il loro funzionamento ci deve essere la presenza di un agente