Ancora una volta, torniamo sul modello ISEE. Nel corso degli ultimi anni abbiamo seguito l’evoluzione dell’indicatore della situazione economica equivalente, che serve a misurare le condizioni economiche delle famiglie e viene definito dai media anche “riccometro”.
Ma adesso ci siamo, entra in campo il nuovo modello con le nuove regole. Il 17 novembre 2014 è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sui modelli di dichiarazione che andranno utilizzati a partire dal 1° gennaio 2015.
Vediamo le novità introdotte.
Semplificazione e aggiornamento
Come avverrà per il 730 precompilato, anche il modello ISEE non richiederà più al contribuente di fornire alcuni dati, come il reddito percepito, che verranno estratti direttamente dagli archivi informatici dell’Amministrazione Finanziaria.
Sarà poi possibile aggiornare il modello e i relativi vantaggi nel momento in cui un componente del nucleo famigliare dovesse perdere il lavoro o subire una riduzione dello stesso del 25%.
La struttura del nuovo ISEE sarà poi modulare con una base, “modello mini”, che varrà per la quasi totalità delle situazioni, e una serie di moduli aggiuntivi per situazioni particolari o determinate prestazioni specifiche.
Conti correnti
Si è rilevato che negli ultimi anni, il 90% dei modelli ISEE presentati apparteneva a nuclei famigliari che non avevano conti in banca. Trattandosi di una situazione matematicamente impossibile, nel nostro Paese sono presenti 40 milioni di conti correnti. Il nuovo modello riporterà una casellina antievasione che deve essere barrata da chi vuole dichiarare di non aver posseduto alcun tipo di rapporto finanziario nel 2014, conti correnti inclusi. Quella casellina farà scattare una serie di controlli incrociati presso l’Anagrafe tributaria. Un esempio banale? I titolari di pensione ricevono in banca o in posta l’assegno, presso un conto corrente noto all’Amministrazione Finanziaria, dunque dichiarerebbero il falso barrando la famigerata casella.
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Welfare diversificato
Il nuovo modello punta potenziare il welfare per coloro che hanno minori possibilità di evasione fiscale. Parliamo innanzitutto di lavoratori dipendenti e di soggetti che vivono in affitto. In particolare la detrazione che si ottiene esibendo il contratto di locazione potrà arrivare fino a 7.000 euro più 500 euro per ogni figlio convivente a partire dal terzo (se abbiamo due figli non avremo i 500 euro in più, se ne abbiamo tre la detrazione salirà di 500 euro, se ne abbiamo quattro andremo a 1.000 euro e così via). Saranno dunque privilegiate le famiglie numerose, mentre single e coppie senza figli potrebbero veder aumentare il proprio indicatore.
Per i lavoratori dipendenti la detrazione massima sarà invece di 3.000 euro, mentre ai lavoratori autonomi non spetterà questo tipo di agevolazione.
Il peso degli immobili
Veniamo alla nota dolente. Il passaggio da ICI a IMU ha portato ad un aumento lineare delle basi imponibili che sono salite del 60%. Mettendo insieme le informazioni al punto precedente e la stangata sugli immobili emerge che l’ISEE sarà molto più favorevole di quanto accade allo stato attuale per chi non possiede immobili.
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