Succede che trascorri un inverno dormendo con il pigiama di cotone e la coperta di lana. Il clima è così mite che decidi di evitarti lo stress di “riesumare il piumone”, trascinarlo in lavanderia, attendere quelle due settimane (perché tutti hanno portato il piumone in lavanderia), ri-trascinarlo a casa e piazzarlo sul letto. Tanto fa caldo!
Arrivi fino all’Epifania con indosso una maglietta di cotone e il piumino, ma l’effetto “ascella pezzata” non ti risparmia, fa caldo!
E poi arriva lui, il Generale Inverno, ma decide di fare un’improvvisata, di evitare telefonate di cortesia che ti diano la possibilità di sistemare casa, fosse anche di mettere la polvere sotto il tappeto.
Ti ritrovi così sotto mezzo metro di neve, con i maglioni ancora nel sacchetto sottovuoto in cui li hai messi l’anno scorso, con gli stivali da neve che non tiri fuori da due anni e il bambino senza uno straccio di pile da mettergli addosso.
Ma non importa, quello è il meno, il problema, la tragedia annunciata, è altrove: è là fuori, parcheggiata sotto casa. Eh già, perché tu devi andare a lavorare e il bambino deve andare all’asilo. E allora via con il piano di guerra: sveglia un’ora prima del solito per la vestizione a cipolla di tutta la famiglia, fondamentale in queste occasioni; colazione energetica per sopportate i -10 delle 7.30 del mattino; un minimo di pattinaggio artistico per arrivare all’auto con il bimbo saldamente in braccio; un po’ di esercizio fisico per liberare l’auto dall’igloo che gli è nato intorno nella notte (il posto al chiuso è occupato da quella di tuo marito). Ok, finalmente ci sei, puoi andare.
E mentre vai, con le tue gomme da neve, osservi il mondo automobilistico che scivola, pattina per le vie. Il Generale Inverno non ha avvisato nemmeno gli altri e si sono ritrovati tutti a gestire il caos ingestibile. Devi stare attenta in salita e in discesa che nessuno venga a tamponarti, e nel frattempo dietro di te il piccoletto ride per tutta quella neve e le strane cose che fanno le macchine. In quel momento un dubbio ti assale: “ma la polizza RC Auto l’avrò pagata?”.
Perché è così che succede, ci ricordiamo delle cose nel momento del bisogno, come del piumone, degli stivali e del pile. E così, giunta illesa all’asilo, con auto e pupo integri, consegnato il pargolo alle educatrici, puoi finalmente corr… andare con calma verso l’auto e controllare il tagliandino… Sììì! Pagata! RC auto pagata! E via verso nuove avventure glaciali.
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