multa pedone distratto Bisogna sempre guardare le cose da prospettive diverse. E nel caso della strada, le prospettive da tenere in considerazione sono almeno tre: quella di chi la percorre a bordo di un veicolo, quella di chi la percorre a piedi e quella di chi vigila sulla sicurezza. Tre prospettive che coincidono solo a livello legislativo (sempre poco chiaro in Italia) ma che nella realtà sono alterate da innumerevoli fattori di disturbo, uno sopra tutti: l'uso del cellulare. Oggi sono davvero troppi i pedoni che in prossimità delle strisce pedonali o addirittura in pieno attraversamento se ne stanno con la testa chinata sul cellulare, intenti a scrivere messaggi o controllare email o chattare con gli amici. Ciò implica che la loro attenzione è tutta assorbita dallo strumento di comunicazione e nulla vedono del mondo che li circonda. Ma le distrazioni, dei pedoni come dei guidatori, possono essere micidiali. Così, proprio in questi giorni, si è deciso un giro di vite nei confronti di chi sbaglia, qualunque sia la prospettiva da cui vive la strada. Perché la strada è di tutti e l'errore di uno può compromettere la vita di tanti. Insomma, sulla sicurezza non è lecito sbagliare! Poi ci sono anche le esagerazioni. Come sempre.

Multe al pedone: i casi eclatanti

Una signora della provincia di Como camminava in strada, cellulare alla mano. Una pattuglia di Carabinieri l'ha multata perché "sostava sulla carreggiata senza che ce ne fosse la necessità e, per di più, si trovava subito dopo una curva e con il cellulare in mano". Dei 25 euro stabiliti dal Codice della Strada, la signora ne ha pagati 17,50 usufruendo della riduzione del 30% definita dalla normativa vigente. Un signore di ottantacinque anni si è visto multare da un vigile urbano perché ha attraversato un incrocio troppo lentamente, giungendo a destinazione a semaforo già rosso. Una lentezza costata 41 euro, ridotti a 28,70 perché pagati nei 5 giorni disponibili per usufruire dello sconto. Un cittadino è stato fermato, identificato e multato perché, mentre passeggiava in una zona pedonale, non ha usato le strisce per attraversare da una parte all'altra dell'area dedicata. [n.d.a. Che senso ha se sto passeggiando in un'area pedonale?]

Come funziona nella realtà

Una volta, il buon senso sosteneva che i pedoni fossero utenti deboli e da tutelare e che, ad essere multati, dovessero essere gli automobilisti imprudenti e incuranti della segnaletica stradale. Ma oggi, chi è senza peccato scagli la prima pietra! E non sono le normative ad essersi adattate alla maleducazione che la fa da padrone sulle nostre strade. Le normative ci sono sempre state. Noi non ce ne siamo curati. In quest'ottica la multa è uno strumento come un altro per far cassa, per spillare soldi ai cittadini (che già di tasse e balzelli ne pagano più del dovuto) e per mettere a dura prova la pazienza e la sopportazione di chi le leggi è costretto a subirle. E il problema che, di fatto, ci fa delirare oggi, sono proprio le interpretazioni e le applicazioni delle leggi: personali e a singhiozzo. Che sulle nostre strade ci siano ogni giorno quantità industriali di comportamenti non sanzionati, scorretti, pericolosi e illegali per la società è un dato certo. Ma che la multa voglia essere un campanello d'allarme per tutti i pedoni che pensano di avere ragione sempre e comunque, può essere uno stratagemma utile ad abituare le masse ad una maggiore attenzione alla vita e alla sicurezza: la loro e quella degli altri abitanti delle strade. In quest'ottica la multa diventa uno strumento come gli altri per tutelare e proteggere un debole della società, un modo per sensibilizzare la comunità nei confronti delle leggi e della necessità di conoscerle, seguirle e divulgarle. E così potrebbe funzionare e sarebbe, se la legge fosse applicata di volta in volta con buon senso e da "buon padre di famiglia".