Donna al volante
Il mondo delle auto? Territorio prettamente maschile, senza ombra di dubbio. E d’altronde donne e motori non vanno d’accordo, lo dice anche il proverbio, no?
Quindi quanta credibilità può avere una donna, magari giovane e bella, che si presenta come un pilota di auto da corsa?
Praticamente nessuna. A meno che non si chiami Danica Patrick.
Danica, classe 1982 (anche se di una signorina non si dovrebbe rivelare l’età ), è la donna di maggior successo nella storia dei campionati automobilistici statunitensi con vetture a ruote scoperte.
L’unica donna a vincere una gara in Indycar series, il 20 aprile 2008. L’unica. E con la vittoria della Indy Japan 300 2008 in Indy Racing League, assieme a Jutta Kleinschmidt (vincitrice del Rally Dakar 2001) e Michèle Mouton (vincitrice di quattro gare nel campionato del mondo rally) è rientrata a pieno titolo come una delle sole tre donne che siano state capaci di aggiudicarsi delle gare automobilistiche in alcune competizioni mondiali.
Aggiungeteci anche che Danica è oggettivamente molto bella, tanto da sbarcare nel 2008 sulla bibbia della bellezza americana: l’edizione costumi da bagno della rivista Sports Illustrated.
È anche molto, molto brava. Non solo l’ha dimostrato vincendo in Indy Series, ma portandosi a casa una serie di primati, tra cui quello per la più alta posto) ottenuta da una donna alla Indianapolis 500, la gara principale del campionato IndyCar. Ha corso pole position in quella che viene considerata la più importante gara di NASCAR, la 500 miglia di Daytona.
Il prototipo della donna tosta, tanto da dichiarare, in barba a possibili quote rosa in griglia: “Non voglio diventare la donna più veloce del gruppo, ma il pilota più veloce“, che è ben diverso.
E tanto per chiarire ulteriormente cosa pensa delle critiche che le sono piovute addosso, in più di una occasione ha chiarito che “le critiche fanno parte dello sport, di ogni sport, e poi io amo confrontarmi con altre persone”.
Facile prevedere che a un certo punto il suo nome fosse dato tra i papabili per un debutto nel campionato più famoso anche in Europa, quello della Formula1. Un’opzione che la stessa Danica ha però sempre smentito.
“Non sono mai stata davvero interessata a valutare le mie opzioni per la F1. Sono solo speculazioni dei mass media, non ho mai trattato seriamente con nessuna scuderia. Non ne ho bisogno“.
Danica, altro che donne e motori!
Non che vedere una donna al volante di una vettura da Formula1, e non stiamo parlando di stuntwoman, sarebbe una così grossa novità , dato che già in 5 si sono cimentate in passato: Maria Teresa de Filippis, Lella Lombardi, Divina Galicia, Desiré Wilson e Giovanna Amati.
Di queste, solo due sono state in grado di prendere parte a un GP negli anni ’50 e negli anni ’70. Le altre non riuscirono mai a qualificarsi e la Amati fu l’ultima donna pilota ufficiale di una F1, nel 1992, venne poi sostituita da un ragazzo inglese, un certo Damon Hill.
Potrebbe farlo, Danica: chissà che in un futuro non ceda alle pressioni di Bernie Ecclestone e decida di sedersi su una monoposto.
Nel frattempo, continua la sua doppia vita di pilota e modella. Molto lontana dallo stereotipo e molto vicina alla realtà . La stessa che le ha fatto dichiarare: “C’è una cosa che non sopporto quando guido su strada: chi va troppo piano sulla corsia di sinistra. Se non stai superando nessuno, togliti e basta!” .
Altro che donne e motori, gioie e dolori. Danica una di noi.
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